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Tornado 1970

Eventi Meteo

11 SETTEBRE 1970
UN TORNADO SEMINA
MORTE E DISTRUZIONE A VENEZIA



Un giorno come tanti altri, una sera di fine estate come tante che improvvisamente si trasformò in tragedia diventando così un giorno che per sempre resterà impresso nella memoria di tanti veneziani.

Sono circa le 20,45 quando una tromba d’aria si forma sui colli Euganei nei pressi di Teolo, è solo l’inizio di quello che poi risultò essere un vero e proprio inferno. Da qui infatti la tromba d’aria acquistò sempre più forza, attraversò parte della provincia di Padova per poi puntare sulla provincia di Venezia ed andare quindi a scaricare tutta la sua forza sulla laguna concludendo la sua devastante corsa sul litorale del Cavallino. Il violentissimo tornado cominciò subito a lasciare ingenti danni: Padova, Albignasego, Ponte S. Nicolò, Abano,Selvazzano, Vigonovo, Tombelle, Calta, Fossò, Camponogara, Giare di Mira, Fusina in solo questo tragitto tra la provincia di Padova e Venezia il Tornado lasciò alle sue spalle spalle più di 200 case scoperchiate, più di 50 case completamente distrutte, il camping Fusina raso praticamente al suolo, più di 2000 alberi caduti, 32 feriti e 2 morti.


Video realizzato nel 40° anniversario dal tornado

Sono circa le 21,30 quando il tornado entra in laguna, la prima ad essere colpita fu l’isola delle Grazie dove si contarono ingenti danni, pochi minuti dopo il Tornado entra in Bacino S.Marco dove colpisce in pieno, danneggiandola fortemente, la motonave “Aquileia”, poi il vortice,nel pieno delle sue forze prosegue puntando dritto verso l’isola di Sant’Elena.

E’ qui che si consuma l’atto più tragico: il tornado colpisce in pieno un motoscafo di linea (affondandolo) che stava per attraccare a Sant’Elena, è una tragedia, sono 21 i morti, il vortice prosegue colpendo in pieno l’isola. E’ il caos, 2 case vengono scoperchiate molte altre subiscono forti danni, cadono praticamente tutti gli alberi della riviera (causando un morto), i bar dove la gente che passeggiava in riviera aveva trovato riparo, vengono devastati, crolla il muro del Collegio Navale Morosini, le gradinate dello stadio Pierluigi Penzo vengono scaraventate dall’altra parte del canale, il cantiere Celli viene distrutto, salta la luce in tutta l’isola ostacolando ancor più i soccorsi.

La corsa del tornado prosegue quindi verso il Lido dove porta distruzione a San Nicolò per concludersi (attorno alle 21,42) poi a Ca’Savio dove distrugge completamente un camping lasciandosi alle spalle 12 morti e 141 feriti.
In meno di un ora il tornado portò distruzione lasciando un triste bilancio di 34 morti e numerosissimi feriti.
Ad oggi il tornado che colpì Venezia è classificato tra i fenomeni naturali più devastanti che abbiano colpito il nostro paese.
Oggi questa mia piccola stazione meteo sorge a Sant’Elena a pochi metri dalla lapide che ricorda questa immane tragedia, all’epoca io non ero ancora nato, ciò che ho scritto lo devo quindi ai vecchi articoli di giornale ed alle numerose testimonianze dei “santelenini” tra i quali mio papà che ha scattato le foto che potete vedere in questo sito.
Con questa pagina voglio contribuire a non far dimenticare alle nuove generazioni ciò che accadde l’11 Settembre 1970 così che quando, scendendo a Sant’Elena, si incrocia la lapide si possa rivolgere un ricordo o magari una preghiera per coloro che hanno sofferto questo devastante fenomeno naturale.

Marco Sibilla

 
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